Cenni storici sulla maiolica

Piero di Cosimo(1461/1522), 'Ritratto di Simonetta Vespucci come Cleopatra', 1480 circa, Musée Condé, Chantilly-Francia. Riproduzione su piatto, ultimo lavoro incompiuto di Cesare Teobaldo Pimpinelli (1909/1991), uno tra i più importanti maestri ceramisti derutesi del XX secolo. Piero di Cosimo(1461/1522), 'Ritratto di Simonetta Vespucci come Cleopatra', 1480 circa, Musée Condé, Chantilly-Francia. Riproduzione su piatto, ultimo lavoro incompiuto di Cesare Teobaldo Pimpinelli (1909/1991), uno tra i più importanti maestri ceramisti derutesi del XX secolo.

La lavorazione della ceramica a Deruta è documentata sin dal 1282 anno in cui compare un'annotazione, nel registro della cattedrale di Perugia, che fa riferimento al pagamento di un censo tramite una "soma di vasi" in luogo del denaro. I manufatti di questo primo periodo, sono destinati all'uso quotidiano: brocche, scodelle, vasi per la conservazione delle granaglie con decorazioni geometriche e zoomorfe nel tipico schema a due colori dominanti: il verde rame e il bruno manganese.

Dalla metà del Quattrocento, la produzione diviene ricca e variata sia nelle forme, che nei decori. Caratteristica del periodo è la decorazione di piatti da pompa, ovvero, manufatti celebrativi raffiguranti immagini amorose, scene di caccia o di guerra, recanti spesso stemmi araldici e descrizioni su cartiglio. Notevole in questo periodo è anche la produzione di albarelli e vasi da farmacia. Sul finire del secolo, compare a Deruta una tipologia denominata "petal back" per la presenza di decorazioni a forma di petali, realizzate sul retro dei piatti.
Nello stesso periodo si afferma la tecnica del "lustro"; di origine islamica, importata dalla Spagna, consistente nell'applicare delle finiture iridescenti ottenute attraverso una particolare combinazione di sali con ossidi d'oro, d'argento e di rame.

Il Rinascimento segna una svolta decisiva e l'aspetto decorativo inizia prevalere su quello funzionale. Nei manufatti vengono raffigurati soggetti mitologici ed allegorici, tratti dalla scuola pittorica umbra del tempo,che poteva contare su alcuni tra i più importanti esponenti del periodo, quali Pietro Vannucci detto "Perugino" (1446/1523) e Bernardino di Betto detto "Pinturicchio" (1454/1513).
Numerose, diverse ed originali sono le decorazioni: floreali, zoomorfe e grottesche, a girali floreali, embricazioni a occhio di penna di pavone, a corona di spine, a denti di lupo. Anche la tavolozza dei colori si arricchisce con l'arancio, il blu ed il giallo.

Tra la fine del '500 e per tutto il Seicento si afferma lo stile "compendiario" poco attento alle soluzioni formali e allo studio anatomico delle raffigurazioni. Anche il genere "istoriato" viene realizzato in stile "compendiario"; testimonianza ne è la raccolta di mattonelle "ex voto" all'interno del Santuario della Madonna dei Bagni. Nello stesso periodo si afferma lo stile "calligrafico" di ispirazione moresca in cui il decoro è costituito da soggetti in prevalenza naturalistici, foglie lanceolate, contornato da un segno calligrafico in manganese; successivamente a questi si aggiunsero anche motivi di campanili, castelli e figure umane realizzati inizialmente in maiolica bianca in monocromia blu e successivamente in policromia con colore verde ramina, arancio e blu .

Nella seconda metà dell'Ottocento la produzione derutese decade fino a che in città rimangono attive solo poche fabbriche. La passione e l'impegno di alcuni esponenti di rilievo della comunità derutese, unitamente all'istituzione di una scuola d'arte applicata alla maiolica per la formazione di maestranze, contribuirono alla ripresa artistica a partire da un'esposizione a premi organizzata dal Comune di Deruta nel 1872. Una mostra di ceramiche antiche fece da cornice all'evento e da qui probabilmente nacque l'idea di istituire un museo della maiolica. L'idea si concretizzò nel 1898 grazie all'opera di alcuni notabili quali Francesco Briganti ed Angelo Micheletti, cui più tardi si unì Alpinolo Magnini.

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